Coreografia Inter-Juve, il significato. Non è la prima volta che il Meazza resta senza fiato di fronte ad una coreografia della Curva Nord, ma quello di ieri sera è stato un vero capolavoro. Un mix perfetto tra mito e realtà, il connubio tra la cultura classica e quella sportiva, nell'accezione più romantica del termine. Da qualche tempo le coreografie del secondo verde prendono spunto da opere d'arte (ricordiamo il bacio di Hayez in occasione del derby di due anni fa oppure quella di shakespeariana memoria in occasione di Inter-Porto l'anno passato), ma ieri sera sui 3 anelli è stata rappresentata una delle figure cardine della mitologia greca: la Medusa.

Coreografia Inter-Juve: il significato

coreografia CN69 La coreografia inizia, a dir la verità, molto prima che entrasse in scena Medusa. "Arbitri comprati, dirigenti radiati, esami falsati, ultras non rispettati, scudetti rubati, mercati manipolati, bilanci falsati, giocatori dopati. Plusvalenze inventate, dall'Europa espulsi e condannati.", gli striscioni che riempiono il secondo anello verde a ricordare le malefatte degli avversari non solo durante la storia del club, ma anche in tempi recenti. Dove solitamente viene esposto lo striscione del tifo organizzato "Come i pover uomini che incrociarono il suo sguardo diventarono pietra di fronte alla loro triste realtà" il primo assist che la mitologia ha servito ad una delle partite più importanti della stagione in clima da battaglia alla Scala del calcio. Poco prima del calcio d'inizio, come da tradizione, al segnale degli ultras tutti coloro che sedevano nel settore verde hanno sollevato i cartoncini, mentre nel resto dello stadio una sciarpata si affiancava alla Nord nel suo spettacolo, e Medusa è venuta alla luce. Ogni dettaglio, quei suoi occhi tanto belli e mortiferi, i serpenti e le sfumature di colore hanno lasciato senza fiato i 70000 che non mi stupirei se dopo ieri sera avessero cambiato il loro sfondo del cellulare.

La coreografia della Curva Nord rappresenta Medusa

Coreografia CN69 "A guardia della città, incrociarla è come accogliere una luce il cui bagliore accecante è quello della notte" così parla Esiodo nella Teogonia a proposito di Medusa, la "protettrice" per eccellenza nella cultura greca, la Gorgone condannata a fare della sua bellezza strumento di morte. Dopo che nella storia tantissimi scudi e vessilli militareschi hanno portato il suo volto, così ieri il tifoso interista l'ha invocata a guardia di una sfida che poco aveva di diverso da una vera e propria battaglia. Milano si è fatta teatro di un duello scudetto tra le due acerrime rivali dello stivale, Inter e Juventus, e nell'arena del combattimento, insieme ai 22 leoni sul campo, i 70mila degli spalti. Il clima era teso, come da copione, ma al fischio d'inizio l'attesa di una settimana si è trasformata in un solo grido di battaglia che rispondeva agli ultras e ai loro cori appassionati. La Medusa nerazzurra non ha solamente affascinato gli spettatori, ma ha assecondato alla storia che di lei ha proposto per secoli il mito: ha pietrificato il nemico usando la sua bellezza. Con una prestazione sontuosa e di gran maturità, ieri sera l'Inter si è mostrata in tutta la sua bellezza: quando ha potuto, ha saputo giocare un bel calcio di qualità, quando è servito ha sfoderato i suoi scudi e la sua capacità difensiva proteggendo fino all'ultimo secondo quella porta che sembra impenetrabile, per poi trasformare in pietra l'avversario bloccandolo al secondo posto e iniziano una volata che traccia il primo solco importante, in un mese probabilmente decisivo. Visto il mese che ci aspetta, +4 sulla Juventus può essere utile, oltre che ispiratore di sogni di gloria. La suprema bellezza e l'angosciante orrore del suo sguardo han fatto di Medusa, vittima e carnefice della sua stessa bellezza, fascino eterno e immortalità del sublime. In questa seconda parte di stagione il sogno è che l'Inter sappia essere Medusa: letale in tutta la sua bellezza.
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Alessandro "Spillo" Altobelli