I rumors portano al ritorno di Conte in Serie A. Il possibile incrocio tra l'allenatore del diciannovesimo Scudetto e quello del ventesimo, Simone Inzaghi.

Caos per il ballo delle panchine da un lato, certezza e festa dall'altro: mentre alcune squadre di Serie A si preparano a cambiare faccia tattica e tecnica, l'Inter si gode il ventesimo tricolore della sua storia e la seconda stella. Si gode anche l'attuale guida tecnica, affidata a Simone Inzaghi, che grazie alle sue idee tattiche ha portato i nerazzurri a giocare un calcio moderno e bello da vedere, in una stagione storica con un dominio totale in Italia. Ma, con le panchine delle altre squadre top che vacillano per il prossimo anno, potremmo assistere ad un interessante incrocio. Alcune voci di mercato, portano Antonio Conte al ritorno su una panchina italiana. Bisogna ancora capire se sarà allenatore del Milan o del Napoli. In entrambi i casi, il tecnico del diciannovesimo Scudetto nerazzurro potrebbe incrociare il suo successore in nerazzurro. Una sfida tra storia, moduli e idee di gioco.

Inzaghi vs Conte: moduli uguali, filosofie opposte

Chi parla e celebra il ventesimo tricolore e la storica seconda stella dell'Inter, parte raccontando da dove è partita la ricostruzione del club nerazzurro. Parte dalla panchina di Luciano Spalletti che coincide con il ritorno in Champions, dopo anni di assenza. Poi si passa dalle due panchine di Antonio Conte, con una finale di Europa League e la conquista dello Scudetto numero 19. Il suo successore è proprio Simone Inzaghi che, in tre anni, ha vinto in totale sei trofei ed ha raggiunto una finale di Champions League. Il passaggio dell'estate 2021, successivamente alla conquista del diciannovesimo titolo di Serie A, è la chiave di volta della storia recente dell'Inter. Conte abbandona la nave, anche alla luce della complicata situazione finanziaria di Zhang. Veniva richiesto un mercato sostenuto e il sacrificio di alcune pedine fondamentali (tra cui Hakimi e Lukaku). Al posto del tecnico salentino, entra proprio Inzaghi, dopo anni alla Lazio. L'arrivo di Inzaghi, nonostante le pesanti cessioni e i dubbi sulla caratura del tecnico piacentino, ha sorpreso in meglio. Nel suo primo anno di gestione si vedono le differenze di gioco dalla precedente Inter contiana: meno devastante fisicamente, ma di una qualità, intensità e giro palla superiori - che però non fruttano il tricolore (soffiato dai rivali rossoneri). Il secondo parte sottotono, nonostante il ritorno di Lukaku, e termina con la consacrazione di un calcio moderno nella finale di Champions persa contro il Manchester City. La terza panchina è la chiusura di un cerchio: la rivincita di Inzaghi sui detrattori, l'affermazione nel teatro europeo dell'Inter ed una squadra ed un gioco che domina in Italia (terminando con la vittoria dello Scudetto nel Derby). Ma l'appuntamento con la storia si ripresenta per gli interisti e per Inzaghi. Viste le numerose voci di mercato, Conte potrebbe ritornare in Serie A. Il tecnico piacentino, che aveva raccolto l'eredità di Conte, potrebbe ritrovare il suo predecessore nel prossimo campionato. Sarebbe un incrocio tra due filosofie di gioco diverse, in un modulo che è diventato il marchio di fabbrica dell'Inter delle ultime stagioni. Un 3-5-2 rigido e fisso, ma devastante dal punto di vista fisico, come quello di Antonio Conte, contro un 3-5-2 cangiante e fluido, ma che con intensità e qualità arriva a dominare sul campo, come quello di Simone Inzaghi. Il tecnico della seconda stella ha senza ombra di dubbio alzato l'asticella - molto di più di quanto fatto dal tecnico salentino, portando la Beneamata a ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama internazionale ed europeo. Lo ha fatto con idee di gioco che vedono lo sblocco dei braccetti di difesa - che con Conte erano molto più fermi nel ruolo - che partecipano alla fase offensiva e alla costruzione di gioco nella metà campo avversaria. Non esistono posizioni fisse, ma spazi in campo che possono cambiare in modo tale da creare superiorità numerica tra le maglie avversarie e all'interno dell'area (marchio di fabbrica i gol non solo da quinto a quinto, ma anche da terzo a quinto e, persino, da terzo a terzo). Idee di gioco fluide, ma anche un mercato intelligente e mirato, sposato da Inzaghi e dirigenti (Marotta e Ausilio tra tutti). Idee con risultati, magari non immediati, visti i momenti di crisi tra la prima e la seconda panchina nerazzurra di Inzaghi, soprattutto in campionato. Ma che ha portato a nuovi trofei in bacheca, che mancavano da anni (come la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana), oltre alla crescita del fatturato - che sta alleggerendo il rosso della proprietà interista (diversamente al peso economico che esercitava Conte con ingaggio e mercato più corposo). Il diciannovesimo Scudetto, vinto da Conte con 91 punti, è ormai lontano. I tifosi nerazzurri si possono godere il suo nuovo condottiero, l'autore della seconda stella insieme ad una grande squadra: Simone Inzaghi ha già superato Conte con 92 punti in classifica, ma superandolo anche con un calcio nuovo e bello da vedere (oltre che funzionale).
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