La seconda stella che l’Inter si appresta a cucirsi sul petto assieme allo scudetto coinciderà con la prima di uno degli uomini simbolo della rinascita nerazzurra. Beppe Marotta, amministratore delegato e uomo di punta del mercato dell’Inter, potrà annoverare tra i suoi record personali quello di essere stato investito della prima stella per aver vinto 10 campionati italiani da dirigente. E che dirigente, perché il lavoro di uno degli uomini più influenti del calciomercato attuale, ha fatto si che due storici club rivali cambiassero la propria storia grazie al suo operato. Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, come metro di paragone, viene citato Henry Kissinger, storico segretario di stato americano, per definire Beppe Marotta un abile stratega nel calcio che può vantare numerosi successi. L’ex dirigente della Juventus ha accumulato un notevole numero di trofei nel mondo del calcio e, con la sua Inter costruita con il diktat dell’acquisto a parametro zero, sta per conquistare il decimo scudetto personale, il ventesimo per la squadra nerazzurra.

Verso la prima stella

Ausilio e Marotta in allenamentoIl probabile futuro successo con l'Inter è il giusto culmine di un lungo percorso iniziato nell'estate 2011: arrivato alla Juventus il 1° giugno 2010 dalla Sampdoria, Marotta prende in mano la situazione a Torino e comincia a ricostruire la squadra basando sull’acquisto, sempre a zero, di Andrea Pirlo, la rinascita della Juventus, vincendo sin da subito il suo primo scudetto da dirigente bianconero. Marotta ha sempre lavorato in sinergia con il suo team, ricevendo sempre un cruciale sostegno dalla dirigenza grazie alla sua grande esperienza e fiuto per gli affari. Marotta si dimetterà a ottobre 2018 da direttore generale della Juventus per accasarsi, meno di due mesi dopo, all'Inter e, sebbene abbia abbandonato l'incarico a stagione in corso, gli si attribuisce ugualmente il merito dell'ottavo scudetto vinto dalla Vecchia Signora lo stesso anno, quando l’allora squadra sette volte campione di fila venne costruita sotto la sua supervisione, anche se si oppose all'acquisto di Cristiano Ronaldo. Il suo rifiuto di assumere rischi eccessivi ha dimostrato il suo approccio metodico, la sua attenzione ai dettagli e la sua grande capacità di mediare tra gli allenatori e la dirigenza, garantendo una continuità strategica e di progetto tecnico. In carriera, Marotta ha collaborato con allenatori come Conte, Allegri e Inzaghi, adottando approcci diversi in base alle esigenze del momento e, nonostante le difficoltà incontrate, li ha sempre sostenuti, evitando esoneri precipitosi e lavorando per consolidare i cicli vincenti. Con il decimo titolo in arrivo, Marotta supererà figure leggendarie come Giampiero Boniperti e Adriano Galliani, consolidando il suo status nel calcio italiano, la sua abilità nel mercato e la sua capacità di gestire le relazioni che hanno contribuito al successo delle squadre che ha guidato. Non vincerà un Nobel come Kissinger, ma Marotta può vantarsi di aver ottenuto una stella nel mondo del calcio, grazie alla sua leadership e alla sua visione strategica, lasciando un'eredità indelebile nel mondo del calcio italiano quando il suo contratto con l'Inter scadrà tra due anni.
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