Lautaro Martinez ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport soffermandosi sul peso della fascia da capitano, sui gol, sui compagni e sul ciclo vincente dell'Inter.

Ha sollevato lui il trofeo, quello più prestigioso per una squadra di Serie A, con tutta l'euforia e la forza di chi questo Scudetto lo ha sudato e guadagnato. I gol, gli assist, la mentalità vincente e lo spirito di squadra: queste le doti di un attaccante e un capitano che hanno contribuito pesantemente al raggiungimento della seconda stella. Proprio del ruolo di leader ha parlato l'argentino, spiegando come sia fondamentale l'aiuto di tutti: "Ho parlato con Darmian, Acerbi, Dimarco, Bastoni, Barella... servivano anche loro per spiegare ai nuovi cosa sia l'Inter e mettere in chiaro il nostro percorso". Quando c'è da entrare in azione, però, il capitano è il primo ad agire: "Ho parlato ad Asllani a inizio stagione, ad esempio, perché era abbattuto: gli ho dato la giusta scossa e, anche se per un po' non mi ha parlato, poi ha capito ed è cresciuto molto".

Lautaro sceglie Thuram: "Grandi cose con Romelu, ma Marcus è decisivo"

Con questo Scudetto, Lautaro è entrato nella storia insieme ai grandi dell'Inter, quei pochi (solo altri cinque) che sono riusciti a vincere il campionato da capocannonieri. "Veramente una gioia incredibile dentro un'altra gioia. Ogni stagione faccio meglio perché questa è la mia mentalità: mi do nuovi obiettivi, cerco di superarmi ogni giorno e metto il gruppo davanti al singolo". La domanda bollente arriva subito dopo, e riguarda il partner offensivo: la scelta, ovviamente, è tra i due bomber che lo hanno affiancato in nerazzurro Romelu Lukaku e Marcus Thuram. "Con Romelu ho fatto grandi cose perché da solo ti porta via due uomini, ma che libertà e che possibilità di scelta ho con Marcus". Sul francese ex M'Gladbach Lautaro continua così: "Già dal ritiro è stato decisivo, abbiamo iniziato a legare da subito mentre io recuperavo definitivamente dal problema alla caviglia che avevo anche al Mondiale". Alla domanda riguardante i contatti con il belga, infine, il capitano nerazzurro ha spiegato che entrambi hanno voltato pagina. Di compagni se ne parla ancora, ma questa volta il centro della discussione sono i nuovi: Lautaro conosce Mehdi Taremi, lo ha sfidato e si è fatto un'idea sul giocatore che è. "Ho visto molte sue partite, è un grande attaccante e ha tecnica da vendere. Sicuramente ci darà una grande mano: per la capacità che ha di far salire la squadra potrà essere un nuovo Arnautovic". Impossibile non spendere qualche parola anche sulla società, in particolare sugli obiettivi di questa squadra che sembra essere nel massimo fiorire del proprio ciclo. "Dopo anni senza trofei abbiamo sempre vinto qualcosa negli ultimi quattro, quindi dobbiamo continuare così. Non scelgo gli obiettivi, li voglio tutti: il prossimo passo è la Champions". Proprio sul palco delle stelle europee Lautaro ha qualche rimpianto, ma molto più fresco di quanto si possa immaginare: "A Istanbul ci eravamo vicinissimi, ma se potessi rigiocare una partita giocherei di nuovo quella con l'Atletico a Milano. Abbiamo sbagliato anche al Metropolitano, ma se avessimo sfruttato tutte le occasioni all'andata sarebbe stato tutto diverso". Tanta affinità con il partner offensivo, mentalità vincente e spirito di squadra: a questa miscela si aggiunga anche un allenatore top come Simone Inzaghi e si ottiene una formazione vincente. "Il mister ci lascia giocare liberi e ci fa allenare serenamente, ci divertiamo ma non solo perché si vince. Abbiamo tutti fatto un salto di qualità, anche lui, è una persona tranquilla ma quando si arrabbia lo chiamiamo 'demone' per scherzare e lui ride". Interrogato sul confronto con Antonio Conte, poi, Lautaro è molto corretto e politico: "Forse c'era meno libertà, ma devo tantissimo anche a lui perché ci ha dato la mentalità vincente. Le loro differenze dimostrano che si possono raggiungere gli obiettivi in modi diversi".
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