Lautaro ne fa 101 in serie A. C'era ancora Icardi in campo con la fascia al braccio quel 29 settembre 2018, quando Lautaro Martinez, servito da Dalbert, segnò di testa il suo primo gol interista e consegnò all'Inter di Spalletti la vittoria per 2-0 contro il Cagliari. Chi avrebbe mai immaginato che il pupillo di Diego Milito, il giovane talento del Racing Club che di secondo nome fa Javier come un certo Javier Zanetti, solo qualche anno dopo si sarebbe preso l'Inter sulle spalle, ereditando la fascia da capitano da Maurito Icardi, di cui inizialmente doveva solo essere la riserva e come un vero leader avrebbe trascinato i nerazzurri di Milano verso obiettivi sempre più gloriosi, frantumando record di domenica in domenica. Questa è, in pochissime righe, la storia all'Inter del Toro, che ieri a Lecce ha trovato il centesimo ed il 101esimo gol in serie A entrando sempre più nella storia dell'Inter. Oggi è il terzo straniero ad essere andato in tripla cifra nel campionato italiano ( prima di lui solo Nyers con 133 gol e Icardi con 111) e ottavo nella classifica dei marcatori all-time della storia nerazzurra. Con l'obiettivo di trascinare i compagni verso la seconda stella, Lautaro può anche mettere nel mirino un record che in serie A appartiene al suo connazionale Higuain: di questo passo il capitano nerazzurro può puntare ai 36 gol in una singola stagione. Molti in queste ore stanno parlando di Lautaro e della straordinaria stagione che sta conducendo, dal punto di vista mentale e realizzativo. Sembrano lontani i momenti di buio nei quali l'attaccante perdeva il feeling con il gol per diverso tempo e sul campo appariva frustrato e nervoso; oggi il capocannoniere della serie A è un attaccante completo e, per molti, in grado di competere per la top3 dei suoi compagni di reparto in giro per l'Europa.

Lautaro ne fa 101 in serie A

Lautaro esultanza gol Lo aveva fatto capire forte e chiaro in quell'amichevole estiva con l'Atletico Madrid che lo vide segnare in acrobazia il suo primo vero gol in nerazzurro: lui gol banali non ne fa mai. Di tutti e 101 i suoi gol fino a questo punto della stagione, alcuni ne evidenziano i punti di forza, altri invece certificano il duro lavoro settimanale che porta ogni domenica il Toro a confermarsi uno dei migliori attualmente nel suo ruolo. La prima vera criticità di Lautaro sono i calci piazzati: se è fulmineo a sfruttare gli assist che da fermo gli vengono serviti dai compagni, c'è da dire che il Toro non ha mai segnato direttamente da calcio di punizione: non è uno specialista dei calci da fermo, come un vero killer d'area di rigore preferisce trovare il gol in movimento. Non allontaniamoci troppo dalle situazioni da fermo e soffermiamoci sui rigori perché se dovessimo trovare al capitano un difetto, sarebbe proprio questo: non è un eccellente rigorista. Nonostante sia molto migliorato negli anni (e tra i 101 gol, 14 sono stati realizzati su calcio di rigore, 2 in questa stagione), dei 20 tentativi complessivi dagli undici metri, ben 7 sono stati sbagliati. Ed ora arriva il bello. Nonostante la statura non sia un suo punto di forza (174 cm), 18 gol Lautaro li ha confezionati di testa e quest'anno vittime delle sue incornate sono state Fiorentina e Torino. Lautaro è con il piede destro che ha collezionato più della metà dei suoi gol, nonostante nel repertorio in questi anni non si è certo fatto mancare qualche rete con il piede meno favorito (in totale sono 60 gol di destro, 23 di sinistro). Fra queste 83 reti, in 6 anni all'Inter solo 10 sono arrivate da fuoriarea. Con un media gol a partita di 0,52 Lautaro ha tutto il tempo per scalare ancora diverse posizioni nella classifica marcatori dell'Inter e, se il rinnovo è davvero solo una questione di tempo come dice, avremo ancora tanti anni per godere di questo ragazzo di Bahia Blanca che in sei anni all'Inter è passato dall'essere un buon prospetto ad uno dei migliori attaccanti del mondo.
Vincere lo Scudetto nel derby è ancora possibile?
Alessandro "Spillo" Altobelli