Siamo nuovamente davanti a una domanda che spesso ci siamo chiesti dopo aver assistito le partite di cartello della Roma quest’anno: dove si trova Lukaku? Le prestazioni sempre insufficiente e al limite della semplice comparsa del belga riaprono un dibattito che da tempo tiene banco, in passato anche in casa Inter: Romelu scompare puntualmente quando il livello della sfida si alza. È stato così nell’esperienza in Inghilterra e anche all’Inter, dove le sue goffaggini hanno deciso due finali europee e una qualificazione agli ottavi di champions, nel 2020. Continua il paradosso della carriera del belga, che viene sempre di più definita dalle scelte senza apparente logica che continua a prendere nel corso degli anni.

Una carriera senza una meta precisa

Romelu Lukaku ASRomaMa analizziamo questo paradosso: Romelu passa l’inizio di carriera in Premier League e all’Everton esplode definitivamente.  Anche in questo caso, il belga ha sempre parole al miele per la società e tifosi, giurando amore per la squadra. Promesse che anche il belga stesso sapeva di non promettere visto che ambiva, giustamente, a maglie più importanti per il proseguo di carriera. Fatto sta che Romelu non si lascia bene e chiede di essere ceduto al Manchester United di Mourinho. A Manchester, la prima stagione è positiva e prolifica ma l’idillio si è già concluso dopo la seconda stagione. È qui che Lukaku fa carte false per il suo trasferimento all’Inter, sulla quale panchina siede da pochi mesi il suo fan numero uno Antonio Conte. La storia in nerazzurro la conosciamo, primo anno marchiato dalla delusione della finale di Europa League ma il sentimento in casa Inter è di potercela giocare con chiunque. Arrivato lo scudetto durante la seconda stagione, Lukaku sorprende tutti e decide di tornare a casa, nel suo Chelsea. Una volta giunto a casa, dopo esser costato ben 115 milioni ai Blues, il centravanti  belga realizza o meglio ricorda, tutte le critiche e le battute che la stampa inglese gli ha sempre riservato nelle sue esperienze in Premier. A quel punto, dopo essersi infortunato e aver perso il posto in squadra, decide di rilasciare la famosa intervista dove girava amore per l’Inter e mostrava tutto il pentimento per la scelta fatta. A posteriori la sua è stata nuovamente una scelta dettata da un livello troppo alto per lui. La prestazione in finale di Champions League è solamente l’ennesima dimostrazione che Big Rom a certi livelli non si è abituato a stare, a differenza del suo ex compagno Lautaro, che invece continua a collezionare trofei e può dirsi parte fondamentale di un progetto sportivo. Tornando a Romelu, anche la scelta di finire nella capitale è sembrata tanto un ripiego dopo aver ricevuto il no da parte di Milan e Juventus, le squadre dove mai avrebbe giocato ma che ha provato a contattare più e più volte proprio nel periodo in cui l’Inter trattava il suo acquisto a titolo definitivo. E il fatto di essere tornato in serie A nuovamente con un prestito secco apre nuovamente lo scenario sul suo futuro, che con molta probabilità sarà lontano da Roma e dall’Italia.

Tornando alla prestazione deludente di ieri sera, Romelu ha perso un’altra mini sfida, quella con Marcus Thuram che ha siglato un altro gol nel faccia a faccia contro il passato bomber interista, proprio come decise la partita di San Siro.

Possiamo concludere dicendo che la partita dell’Olimpico, con la parata di Sommer che stoppa il dribbling di Lukaku è lo specchio della stagione dell’Inter e del belga: l’Inter va avanti anche dopo Big Rom, difficile dire lo stesso per il centravanti.
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Alessandro "Spillo" Altobelli