A margine dell'evento "il Foglio torna a San Siro" è intervenuto l'amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta. Ecco le sue dichiarazioni. Era in programma oggi presso lo stadio Giuseppe Meazza l'evento "il Foglio torna a San Siro". Tra i numerosi ospiti c'era anche Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter. L'ex dirigente della Juventus è intervenuto nel corso del convegno. Sono stati tanti gli argomenti toccati e non poteva mancare quello relativo allo scudetto appena vinto. Ecco qui riportate le dichiarazioni dell'AD nerazzurro.

Le parole di Marotta

marotta intervistatoQuanto ha suonato il suo telefono dopo lo scudetto? "Troppo. Devo ancora rispondere a circa 1200 messaggi, alcuni da numeri salvati in memoria, altri no. Dopo le vittorie si riscuote sempre grande successo. Ne ho letti molti di significativi per me, ma non me la sento di indicarne uno più importante degli altri". Quando ha capito che avreste vinto lo scudetto? "Fin da subito. Ad inizio stagione ero sicuro che ce l'avremo fatta. Mi è bastato conoscere umanamente i nuovi innesti e vedere il gruppo che si era formato. Ero convinto inoltre che Inzaghi avrebbe dato una marcia in più alla squadra". In Inzaghi hai sempre creduto? "Lo conosco da molti anni. L'ho avuto anche alla Sampdoria come giocatore ed è stata una fortuna. Quando c'è stata l'esigenza di ingaggiare un nuovo allenatore io, Ausilio e Baccin non abbiamo avuto dubbi. Con loro condivido le scelte tecniche e quando abbiamo parlato di Simone siamo stati fin da subito tutti d'accordo. Dovemmo agire di fretta e furia e provocammo un danno a Lotito, il quale credeva che sarebbe rimasto alla Lazio. All'inizio Inzaghi ha pagato il cambio di piazza. È stato bravo a migliorare e intelligentemente ha saputo gestire le pressioni". Lo avete sempre difeso? "Nel mondo dello sport si fa spessissimo un errore. A volte un secondo posto viene visto come un fallimento. Non è vero. Nel 2021/22 perdemmo lo scudetto perchè il Milan fu semplicemente più bravo e continuo di noi. Non c'era bisogno di mandare via il tecnico dopo quell'anno".  Quanto è stata importante la finale di Champions League dello scorso anno? "È stata fondamentale. Quella partita ci ha fatto capire che le partite vanno affrontate con ambizione e non con arroganza. Avere consapevolezza di se stessi è fondamentale nello sport. Quella partita ci ha aiutati ad avere più fiducia in noi stessi e nei nostri mezzi". La rosa è cambiata molto negli. Qual è il segreto dei continui successi? "In base alla mia esperienza posso dire che in un giocatore c'è un 50% di componente umana e un altro 50% di sportiva. Il campione lo definisco come colui che coniuga queste due caratteristiche. Il senso di appartenenza e la sete di vittorie fanno la differenza".  Qual è stata la più grande sorpresa? "Dei nuovi senza dubbio Marcus Thuram. In generale però tutti si sono dimostrati all'altezza della situazione". Lei viene definito taumaturgo "Io faccio del mio meglio, mettendo a disposizione di tutti competenze e esperienza accumulata nel corso degli anni. Molti fanno l'errore di pensare che il nostro mondo sia facilmente gestibile dai proprietari. La verità è che il rispetto dei ruoli ha un'importanza estremamente rilevante. Ciò che non può mancare in una società è la competenza, che significa anche saper delegare". Con Zhang così lontano dunque si trova bene? "Ecco, lui è un esempio di persona molto intelligente. Delega molto pur accompagnandoci nel lavoro. Se qualcosa non va bene è solo colpa nostra". Per quanto riguarda il rifinanziamento? "È una faccenda che riguarda la proprietà, non l'Inter. Il presidente vuole proseguire il suo mandato e noi ne siamo felici. È una persona che stimo e che ha capito cosa significhi essere presidente di un club di Serie A. Spero e penso che si possa arrivare ad una conclusione positiva della faccenda". Il capitolo rinnovi? "Non c'è nessuna fretta. Nessuno dei giocatori ha manifestato la volontà di andarsene. Tutti vogliono continuare a far parte del progetto anche l'anno prossimo. La nostra priorità era chiudere la questione relativa allo scudetto, d'ora in poi ci occuperemo dei rinnovi assieme ad Ausilio". Vi rinforzete con le cessioni? "Non lo sappiamo ancora. Nessuno è incedibile. A contare spesso è la volontà del giocatore. Ad oggi nessuno vorrebbe andarsene. Mi sento dire che l'organico del prossimo anno sarà simile a questo, ma non assicuro nulla. Le vie del mercato sono infinite". I parametri zero sono tutti vostri "L'Inter è un'ottima squadra nella quale venire. È vincente e l'allenatore è in gamba". Come si schiera tra Lega e FIGC? "Sono contro le liti. La Lega può indubbiamente vantare alcuni diritti che potrebbero essere migliorati. È però necessario il dialogo per poterlo fare". A lei piacerebbe diventare ministro dello sport? "Da piccolo avevo il desiderio di diventare un dirigente. Crescendo i sogni possono cambiare. Voglio trasmettere agli altri ciò che ho imparato nel corso della mia carriera per migliorare alcuni aspetti dello sport". Ci dica il suo podio degli scudetti vinti "Il primo scudetto non si scorda mai. Quello con Conte alla Juvenus ha un posto speciale nel mio cuore. Per lo stesso motivo aggiungo quello vinto, sempre con Antonio, all'Inter nel 2021. Quello appena vinto mi inorgoglisce perchè vale la seconda stella per la società".
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