Materazzi lite social. L'eliminazione della nazionale italiana dal Campionato Europeo di Germania ha ridimensionato notevolmente le ambizioni degli Azzurri evidenziando tutti i limiti (tecnici, tattici, caratteriali...potremmo continuare) che una squadra Campione d'Europa in carica dovrebbe evitare di possedere in una competizione di tale livello. L'amara serata di Berlino, città alla quale tutta Italia si è attaccata nella speranza di rivivere una nuova notte magica dopo quella del 2006, ha portato strascichi non solo dalle parti di Coverciano, dove il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha annunciato che il progetto tecnico andrà avanti fino al 2026; i social sono una polveriera quotidiana pronta a esplodere a causa delle bombe lanciate dai cosiddetti users, incuranti degli effetti che il tocco di un bottone sul proprio cellulare potrebbe causare.

Minacce e insulti dai follower

Non ci è dato sapere il giorno esatto in cui i social network hanno prepotentemente fatto ingresso nel mondo del calcio, ma dalla fine del primo decennio del 2000, l'esplosione di piattaforme come Facebook prima e Instagram poi hanno reso i giocatori in grado di creare veri e propri marchi personali; se però da un lato i social vengono spesso abusati nel proprio uso, dall'altro possono conferire quel coraggio che in un'interazione latita per dire o affrontare determinati argomenti. E' questo il caso che ha riguardato da vicino un ex nerazzurro, presente in campo nel 2006 e decisivo per la vittoria del Mondiale: Marco Materazzi. Il difensore da 276 presenze e 20 gol con la maglia dell'Inter, a seguito della gara contro la Svizzera ha postato sui propri social una foto che lo ritraeva assieme a Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale e Gianluca Zambrotta, entrambi eroi mondiali nel 2006, a cui ha fatto seguito il commento "Vergogna del calcio italiano. Miracolato". Così Stefano Vescovi, 36enne sindaco del comune di Vezzano sul Crostolo, paese di poco più di 4000 anime in provincia di Reggio Emilia.  Matrix non ha affatto gradito le parole di Vescovi, spuntate tra i migliaia di commenti arrivati in risposta al suo post e, una volta individuate quelle del primo cittadino emiliano, ne ha visitato il profilo, scoprendo che era un amministratore pubblico, per di più un suo seguace e tifoso della Juventus, presente tra l'altro a Berlino nel 2015 quando la Vecchia Signora cadde sotto i colpi del Barcellona nella Finale di Champions League. Il numero 23 più iconico della storia dell'Inter, Campione d'Italia dal 2007 al 2010 con la Beneamata, ha deciso così di dedicargli una storia su Instagram, in cui si è scatenato un altissimo tasso di reazioni scomposte dal suo oltre milione di follower, comprese minacce di morte verso Vescovi, sua moglie e i suoi figli. L'influenza social dei Vip, specie se calciatori con una fede dichiarata e costanti nell'affidare alle piattaforme la propri immagine, ha fatto sì che quella che una vecchia polemica calcistica si trasformasse in una serie di minacce di morte. Il messaggio di Materazzi ha provocato una tempesta social contro Vescovi e la sua famiglia, suscitando allo stesso tempo molte dichiarazioni di solidarietà da colleghi e cittadini. Triste comunque pensare che da un singolo commento, discutibile per toni e temi, si è rapidamente arrivati a un'esplosione d'odio, terreno in cui i social sono maestri nel destreggiarsi e che mettono sempre più in difficoltà la società.
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