L'Inter schiacciasassi sta dominando letteralmente questo campionato di Serie A, collezionado record su record e dimostrando partita dopo partita di meritare ampiamente questo traguardo storico.
Manca oramai davvero poco prima che gli uomini di
Inzaghi possano cucirsi lo
Scudetto sul petto. Un risultato che non è solo frutto del lavoro di quest'anno ma ha radici più lontane. Nel suo
terzo anno sulla panchina nerazzurra, il tecnico
piacentino ha trovato finalmente quella continuità che gli era mancata nei precedenti due e che sono valsi, peraltro, i mancati successi a vantaggio dei cugini
rossoneri, nel primo anno, e del
Napoli di
Spalletti, nella scorsa stagione.
Imparare dagli errori per diventare letali
Se la passata stagione è stata atipica per via di un mondiale che ha di fatto spezzato in due un campionato con conseguenti ripercussioni sulla preparazione atletica e sulla tenuta mentale dei giocatori, il vero
sassolino nella scarpa per Inzaghi,
Lautaro e compagni è lo Scudetto perso nella stagione
2021/2022. In quell'anno, infatti, il balck-out di due mesi dei
nerazzurri e la sciagurata trasferta di
Bologna, unita a diversi passi falsi incomprensibili nel corso della stagione, hanno consegnato il tricolore all'altra parte del Naviglio e gettato a terra il morale di diversi giocatori.
Ma come sempre accade, bisogna toccare il punto più basso per risorgere dalle proprie ceneri e
toccare nuovamente le stelle. Ed è proprio ciò che è successo in questi due anni ad
Inzaghi e tutta l'
Inter, capace di primeggiare nelle coppe nazionali ed arrivare sino in fondo al percorso della passata edizione della
Uefa Champions League. Un traguardo che ha riportato molti tifosi indietro con i ricordi di ben 14 anni, rivivendo emozioni a tratti indescrivibili ma non potendo, però, godere dello stesso epilogo.
Quest'anno la musica è stata differente, con un'obiettivo che piano piano ha assunto contorni ben delineati. La parola
Scudetto ha iniziato a circolare sui campi di Appiano Gentile e nello spogliatoio
nerazzurro diventando, nel tempo, una vera e propria "ossessione".
Vincere, per riprendersi lo scettro di migliori d'Italia.
Vincere, per "vendicare" due titoli concessi ad altri quando si poteva, e si doveva, tenerli in
nerazzurro.
Vincere, per raggiungere un traguardo storico (quello della seconda stella) prima dei cugini.
Vincere, perchè il grado di maturità raggiunto da tutti gli interpreti in campo e fuori l'ambiente interista è arrivato a livelli tali da aprire un ciclo vincente in Italia, e perchè no tentare la scalata anche in Europa.