Marcus Thuram
Marcus Thuram

Di Flavio Verzola.

Le stranezze continuano. Erano anni e forse mai, che non scendevo dalle scale del secondo rosso, imprecando dopo una vittoria. Che sia colpa dell'età che avanza, ricordata dal compleanno, o dalla mia misantropia crescente, non mi è ancora chiaro. Che sia colpa invece del perseverare diabolico di situazioni di gioco, impensabili solo qualche mese fa. Una coincidenza rimane tale, quando raddoppia diventa un dubbio. Nel triplicarsi diventa una preoccupazione che si trasforma in certezza. Nonostante la classifica corta, i dati delle reti subite, ma soprattutto le modalità con cui le hai subite sono molto preoccupanti. Lontani da urlare alla crisinter, tanto cara ai nemici e agli intertristi disfattisti, ma sicuramente quanto basta per darci un fastidio crescente. Se c'è sempre un perché delle cose, in questo caso trovare la corretta motivazione, e la conseguente cura è tutt'altro che semplice. Simone il demone, lo immaginiamo mentre parla nel sonno, girandosi e rigirandosi sul cuscino, " Bisteccone... ma dove vai? Acerbi accorcia, Darmian la diagonale... Benji non farlo crossare.... ".
 

Il Toro arriva al Meazza tutt'altro che sottomesso. Ha il verde ricordo di un pareggio, con l'altra squadra con cui purtroppo dobbiamo condividere il Meazza, che odora di beffa. Ha un allenatore rampante e preparato, e uomini applicati e capaci. Il Panterone su tutti, la punta colombiana ha potenza ed esperienza, e va presa con molta cautela. Loro messi bene, corti e compatti, non disdegnano qualche ripartenza con Zapata in agguato. La proverbiale grinta granata, rompe gli equilibri, al 18 Maripan interviene a martello sulla caviglia di Tikus... giallo revisionato dal Var per il cambio di colore sacrosanto. TORO in dieci che sbuffa e arranca. L'inter sente l'odore del sangue della preda ferita e aumenta i giri del motore. Giochiamo bene, nulla da dire. Non sono in costruzione i problemi, Basto dimostra per l'ennesima volta piede educatissimo. Crossa su cui si avventa Thuram di testa.... I BELIEVE I CAN FLY! Air Tikus Jordan snobba la gravità e impatta di testa gonfiando la rete. 
Sull'onda dell'entusiasmo non molliamo la presa e mettiamo il toro alle corde. Passano appena 10 minuti e Tikus ormai ha capito, avrà gli scarpini alati di mercurio, vola ancora e sempre di testa replica. 2 a 0 in superiorità numerica. La solita inter avrebbe chiuso la porta a tripla mandata. E tanto saluti alla caparbietà granata. Ma siamo ancora lontanissimi alla clean sheet team, siamo difensivamente narcolettici. 

Ci addormentiamo d'improvviso, permettendo all'avversario di sopravvivere, proprio quando sta per affogare. Ancora una gatta di Bisteccone... rimpallo che libera Zapatone in area che non perdona e accorcia le distanza. Il Toro non è ancora domato. Loro non mollano ma hanno la caparbietà di capitalizzare semplicemente quello che noi sciaguratamente gli concediamo. E succede sempre, Atalanta a parte. L'unica partita in cui siamo praticamente stati perfetti nella gestione. Nelle altre blackout inspiegabili e ripetuti.
 

Torniamo in campo con l'umore agrodolce, giusto come la sensazione dei compleanni a età avanzata. Bella la festa ma la sensazione che stai invecchiando, è sempre più una spada sulla testa. Siamo due a uno in superiorità numerica. La preoccupazione potrebbe essere solo un assurda paranoia da ansia tipicamente interista. Tant'è che ancora Thuram, si avventa su una palla sporca rimpallata dal portierone granata, e la schiaccia rimbalzando in rete. Siamo  tre a uno... è fatta. Cominciamo con qualche cambio, mentre la partita ci regala ancora qualche buona trama offensiva. Il loro portiere Milinkovic Savic, fratellone del talentuoso centrocampista ex Lazio, che abbiamo a lungo corteggiato inutilmente, ha un espressione paurosa da brigante serbo, e spaventa evidentemente Taremi a tu per tu, parando la palla del possibile poker! Zapatone sterza in area e il ginocchio si gira... sembra un brutto infortunio, ed esce tra gli applausi meritati del Meazza preoccupato. Entra una vecchia conoscenza quel Karamoh che con qualche guizzo ci aveva persino illuso.

Minuto 86 e come un lampo improvviso con un cielo praticamente sereno, un rigore per il Toro riapre una partita strachiusa! Sommer intuisce ma non arriva... altro gol preso nel finale. Stai a vedere che riusciamo anche stavolta a suicidarci? Sei minuti di recupero tra fantasmi e imprecazioni... Karamoh avrebbe anche una palla per il clamoroso pareggio che fortunatamente non trasforma. Azione nostra ancora per il possibile 4 che MS sventa con bravura. La portiamo a casa con ansia. Non è possibile concedere sempre all'avversario. Con questi cali di concentrazione non andiamo da nessuna parte. Necessita reset difensivo urgente. Arrivano le partite serie. Arriva la mezzanotte e posso festeggiare le 59 primavere nerazzurre... tante... troppe dure prove per il mio cuore sofferente! Ma non si molla. Marcia Avanti. 
 

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