Il gol all'ultimo respiro di Lautaro Martinez nella finale con il Napoli consente all'Inter di mettere in bacheca un'altra Supercoppa italiana, la quinta conquistata da Simone Inzaghi come allenatore (tre in nerazzurro) a cui si aggiungono le due vinte da calciatore della Lazio. Il tecnico piacentino scavalca così due mostri sacri come Marcello Lippi e Fabio Capello, fermi a quattro successi a testa, diventando ufficialmente il re di (super)coppe. Inzaghi è ora a un passo, lungo quattro mesi, dall'entrare di diritto in quel ristretto club di tecnici che hanno segnato la storia della Beneamata: da domani l'obiettivo torna ad essere lo scudetto della stella, che sarebbe la degna conclusione di un triennio durante il quale la squadra è cresciuta sotto tutti i punti di vista.

I meriti di Inzaghi

Credibilità europea ritrovata con tanto di finale di Champions, un campionato perso di un soffio, cinque trofei e soprattutto una crescita costante dal punto di vista tecnico e tattico che fanno oggi dell'Inter una delle squadre più solide del panorama continentale: i risultati di Inzaghi sono sotto gli occhi di tutti e la bontà del suo lavoro a Milano non può più essere messa in discussione. E, a meno di un vero e proprio tracollo ad oggi difficilmente pronosticabile che porterebbe l'Inter a non concludere la serie A nei primi due posti, già adesso va chiarito che, anche in caso di mancata vittoria dello scudetto, il ciclo di colui che fino a pochi anni fa era conosciuto come il fratello di Filippo è da considerarsi assolutamente positivo. Ciò ovviamente non vuol dire che il futuro di Inzaghi non sia strettamente legato alla vittoria del campionato, ma è anche giusto ribadire che nel calcio, come nello sport in generale, il concetto di vincente è sì strettamente legato al numero di trofei conquistati e alla loro importanza, ma va anche oltre il mero conteggio dei titoli. L'attuale mister dell'Inter è senza ombra di dubbio un vincente. Come del resto lo era Luciano Spalletti già prima dei titoli che hanno arricchito le bacheche di Zenit e Napoli: al di là dei discorsi da bar, infatti, nessun addetto ai lavori, a cominciare da calciatori e colleghi allenatori, mette in dubbio le qualità "da vincente" di professionisti in grado di lasciare un segno in club di altissimo livello.

Ora via al duello

Un altro allenatore che rientra a pieno titolo nella stessa categoria è quel Massimiliano Allegri che, pur divertendosi a giocare al pompiere nonostante gli eccellenti risultati della propria squadra, tenterà sino all'ultima giornata di cucire nuovamente lo scudetto sulla maglia della Juventus. Il derby d'Italia dei prossimi mesi si preannuncia per molti versi esaltante e sarebbe svilente definire "perdente" chi tra Inter e Juve dovrà accontentarsi del secondo posto. L'Inter vista nella finale di Supercoppa con il Napoli e ancor di più nella partita precedente dominata contro la Lazio, deve affrontare i prossimi mesi con tutte quelle certezze acquisite nelle ultime due stagioni e mezzo. Certo, i bianconeri sono avvantaggiati dalla mancanza dell'impegno in Champions, ma ciò non può essere un alibi per la truppa nerazzurra, che allo stato attuale è senza ombra di dubbio una delle formazioni più solide d'Europa.
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Alessandro "Spillo" Altobelli