In questi giorni non si parla d'altro che della riforma della Seria A da 20 a 18 o 16 squadre. La questione che interessa tutti e 20 i club che militano nella maggior serie nazionale, allontana tali club che si dividono e non si incontrano come due linee parallele. Stando a quanto riporta il quotidiano Il Sole 24 Ore gli argomenti più salienti di tale materia sono risorse e funzioni.

"Riformare l'intero calcio italiano"

In prima linea c'è la netta separazione tra i grandi club del campionato di Serie A (Inter, Juventus, Napoli, Milan e Roma), favorevoli a ridurre a 18 il numero delle squadre e gli altri club che sono più propensi a mantenere il format vigente. Vista in tal modo dunque la questione sembra non trovare un punto di incontro. Le big di Serie A sono favorevoli a un cambio di rotta poiché questo andrebbe ad alleggerire il loro calendario che per la prossima stagione, inoltre, vedremo intensificarsi a causa di nuove riforme delle coppe europee. Dall'altro lato le restanti squadre sono contrarie in quanto andrebbero a perdere benefici economici, soprattutto in termini di diritti televisivi. Al contempo anche le squadre di Serie B si muovono su questa linea, anche se non hanno potere di voto. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, lo scorso 20 dicembre si riteneva intenzionato a "riformare l'intero calcio italiano", fissando una assemblea per il prossimo 11 marzo durante la quale dovrà avvenire un dovere di intesa.

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Alessandro "Spillo" Altobelli