Marotta presidente dell'Inter. La squadra Campione d'Italia sta cambiando: dall'approdo di Oaktree al posto della proprietà di Steven Zhang e Suning, i nerazzurri sono in una fase di assestamento. Una fase che però non fa scendere o disperdere l'entusiasmo intorno all'Inter. Il fondo americano e nuova proprietà del club meneghino, ha affermato di voler dare continuità e fino ad ora lo ha dimostrato. L'ultimo tassello che ha generato ulteriore fiducia nell'ambiente nerazzurro è la nomina di Giuseppe Marotta a presidente del club. Nella giornata di ieri, martedì 4 giugno, l'Inter ha dato l'ufficialità del nuovo presidente Marotta e del nuovo Consiglio d'Amministrazione (CdA) del club. Una nomina che riconosce nella figura dell'amministratore delegato della Beneamata, che in questi anni ha lavorato per portare risultati e titoli in casa nerazzurra. L'apice di una carriera straordinaria.

La storia di Beppe Marotta

Il nuovo presidente dell'Inter è una figura di spicco del calcio italiano. Probabilmente tra i migliori, se non il migliore, dei dirigenti sportivi presenti in Serie A, con un peso specifico e competenze che ha sempre messo in campo. Qualità che l'amministratore delegato nerazzurro ha mostrato sin dagli inizi e poi affinato con le esperienze nel mondo del calcio del Belpaese. Beppe Marotta muove i suoi primi passi dal settore giovanile del Varese (nel 1976 a soli 19 anni), per poi diventarne direttore sportivo, dapprima, durante la presidenza di Guido Borghi, poi sotto Mario Colantuoni. In questa fase iniziale, Beppe comincia a muoversi tra varie squadre: prima il Monza, Como, Ravenna e Venezia, per poi approdare all'Atalanta, come direttore generale dal 2000 al 2002. La prima vera e grande esperienza è quella della Sampdoria. Approda come direttore generale dei blucerchiati nel 2002, con cui conquista la promozione alla sua prima stagione nella squadra ligure. Qui, nel 2004, diventa anche amministratore delegato del club: nei suoi successivi anni, riuscirà a portare Antonio Cassano, dal Real Madrid, e Giampiero Pazzini, dalla Fiorentina, a vestire la maglia della Samp. Una coppia che nella stagione 2009/2010 trascinerà i liguri al quarto posto in campionato e conseguente qualificazione in Champions League. Nell'estate 2010 annuncia l'addio ai doriani, per passare alla Juventus, in cui entrerà a far parte del CdA bianconere e venendo nominato come amministratore delegato del club. In questa veste, Marotta è tra i protagonisti della ricostruzione della Vecchia Signora e la sua risalita ai massimi livelli. Infatti, nella stagione 2011/12, riesce a vincere il suo primo Scudetto da dirigente. Durante i suoi anni alla Juventus, Beppe Marotta mette a segno dei colpi storici: l'acquisto di Paul Pogba nel 2012 e ceduto al Manchester United nel 2016 per un operazione del valore di 103 milioni di euro; l'acquisto di Gonzalo Higuain, pagato 90 milioni di euro; e, infine, il colpo Cristiano Ronaldo, arrivato alla Juventus dal Real Madrid per 113 milioni di euro. Dopo otto anni in bianconero, nell'autunno del 2018, Marotta annuncia le sue dimissioni. Ma nel dicembre dello stesso anno, assume il ruolo di amministratore delegato dell'area sportiva dell'Inter. Con il suo approdo, in piena era Zhang, si respira una nuova aria in casa nerazzurra. L'estate successiva riesce a far approdare Antonio Conte sulla panchina nerazzurra, portando giocatori come Romelu Lukaku (l'acquisto più oneroso della storia del club meneghino), Nicolò Barella, Alessandro Bastoni e Christian Eriksen (nella sessione invernale). Con l'Inter, l'effetto Marotta si fa notare in maniera più marcata: i nerazzurri ottengono dapprima la partecipazione alla finale di Europa League (persa contro il Siviglia) e poi il diciannovesimo Scudetto sotto la guida tecnica di Conte. Ma i risultati si fanno vedere nei tre anni successivi con la panchina di Simone Inzaghi, arrivando a vincere due Coppe Italia, tre Supercoppe Italiane e il ventesimo Scudetto che vale la seconda stella. Oggi, dopo gli ultimi anni all'interno della dirigenza interista, Beppe Marotta può ricoprire il ruolo di presidente del club meneghino - mantenendo al momento il ruolo di amministratore delegato dell'area sportiva - e avere la fiducia di tutto l'ambiente intorno a sé, tra cui squadra e gli stessi tifosi.
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