Inter-Lazio chiuderà la straordinaria stagione nerazzurra tra le mura amiche, in cui la giornata di festa sarà condivisa con graditi ospiti.

Domenica 19 maggio, San Siro aprirà le proprie porte per l'ultima volta in stagione ai nuovi Campioni d'Italia, impegnati nella penultima giornata di Serie A, prima della passerella finale al Bentegodi di Verona contro la squadra scaligera. Inter-Lazio darà l'arrivederci alla Scala del Calcio prima di rientrarvi ad agosto con la nuova maglia griffata non solo con lo scudetto ma anche con la doppia stella a sormontare il logo del club di Viale della Liberazione, mai come quest'anno seguito a livello di passione e tifo. L'Inter scenderà in campo per onorare il campionato e raggiungere gli ultimi record rimasti a disposizione per quest'anno e lo farà rispolverando gli eroi che hanno condotto la perfetta macchina nerazzurra a conquistare lo scudetto della seconda stella con una stagione straripante.

I legami di un'amicizia

La gara con la Lazio, ininfluente ai fini della classifica e animata dalla coreografia e dalla festa nel post partita, sarà l'occasione per cementare ulteriormente un forte legame, duraturo da ormai quasi 40 anni. Non sul campo, dove l'agonismo ha sempre caratterizzato la sfida tra nerazzurri e biancocelesti, soprattutto nelle ultime stagioni, quanto in un luogo che da anni si divide tra distinti e facinorosi, tra famiglie di sangue e gruppi organizzati: gli spalti. Sebbene il tifo venga spesso segnato da comportamenti deprecabili, con scontri tra fazioni per motivi non sempre legati al pallone, il gemellaggio tra Inter e Lazio è uno dei più longevi della storia del calcio italiano, nato nel 1985, quando le due curve, note per le rispettive ideologie di destra, stipularono un gemellaggio per contrastare l'amicizia nata tra le due acerrime rivali cittadine, Roma e Milan, legame rinvigorito a seguito dell'episodio relativo alla morte del tifoso romanista Antonio De Falchi per mano degli ultras milanisti il 4 giugno 1989. Dal ritorno della Lazio in Serie A, datato 1988, l'alleanza si consolidò nuovamente nel 1991, quando oltre 1000 Irriducibili laziali sostennero l'Inter nelle finali di Coppa UEFA contro la Roma. Nemmeno quando la gara vale una finale, l'amicizia viene messa in discussione. Il 6 maggio 1998, in un Parco dei Principi a far da cornice alla festa del calcio italiano con coreografie, cori e applausi per tutti, va in scena la finale di Coppa Uefa dove l'Inter, grazie alle reti di Zamorano, Zanetti e Ronaldo, travolge la Lazio conquistando il trofeo per la terza volta in sette anni mentre il nuovo millennio vede la compagine biancoceleste sconfiggere i nerazzurri nel 2000 e 2009 nella finale di Supercoppa Italiana. Da Parigi, a Roma fino a Pechino, l'unione tra interisti e laziali va oltre il risultato del campo, anche dopo una giornata tragica per i colori nerazzurri come il 5 maggio 2002 quando, in un Olimpico infestato di tifosi della Beneamata, una Lazio senza obiettivi sbarrò la strada al 14°scudetto nerazzurro permettendo in un colpo solo il sorpasso a Juventus e Roma e per la Curva Nord laziale che, l'11 novembre 2007, perde uno dei suoi membri, Gabriele Sandri, in una controversa sparatoria con la polizia in un autogrill e che oggi viene omaggiato a ogni gara dagli omonimi interisti. A distanza di 39 anni, Inter-Lazio rimane ancora oggi la cosiddetta partita dell'amicizia, un raro punto d'incontro tra squadre di grandi città, e anche rivali. Il mondo della Serie A si augura che il legame tra i due club e le rispettive tifoserie si rinsaldino in modo da rendere sempre attuali le avversità con i club che affrontano tutti gli anni queste due compagini per la superiorità nello sport più popolare d’Italia.
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