Sul ventesimo tricolore interista ci sono le firme dei due attaccanti. Ecco i numeri di Lautaro Martinez e di Thuram in questa stagione straordinaria. Alle "22 e 43 minuti del 22 aprile del 2024", citando la radiocronaca di un leggendario Francesco Repice per Rai Radio 1, l'Inter mette le mani sul ventesimo Scudetto, al triplice fischio del derby di Milano, contro i rivali rossoneri. Un derby che passerà alla storia, poiché nessun tricolore è stato assegnato in una stracittadina di Serie A e anche perché, questo ennesimo trofeo italiano, è quello che consegna la seconda stella ai nerazzurri. Dalla nuova maglia a partire dalla prossima stagione, la Beneamata avrà due stelle sopra lo stemma. Un pò come le due stelle che in campo hanno dato spettacolo per un'intera stagione. Già, perché sul ventesimo Scudetto nerazzurro ci sono le firme degli uomini del reparto offensivo di Simone Inzaghi: quelle di Lautaro Martinez e Marcus Thuram.

La ThuLa trascina l'Inter

Thuram e Lautaro abbracciati dopo un gol La stagione non è ancora finita, e i record e i numeri dell'Inter possono ancora aggiornarsi in meglio. Ma per la matematica vittoria dello Scudetto, sono bastati 79 gol fatti e 18 subiti, in 28 vittorie, 5 pareggi ed una sola sconfitta. Al termine della 33esima giornata, con la vittoria ai danni dei rivali di sempre del Milan, i nerazzurri sono diventati campioni d'Italia. In questi numeri, l'attacco nerazzurro ha fatto la sua grossa parte. A risplendere sul campo è stata la nuova coppia del 9 e del 10: il francese Marcus Thuram e il capitano Lautaro Martinez. L'ex-Borussia Mönchengladbach, ha dovuto rimpiazzare sia Edin Dzeko che Romelu Lukaku: in estate, infatti, erano scettici sulla produzione offensiva interista, ma lo scetticismo è stato rispedito al mittente a suon di prestazioni. Infatti, il nuovo numero 9 ha sorpreso tutti, risultando devastante in ogni competizione. In campionato, poi, ha dato il meglio di sè. Nelle 32 partite in Serie A, il "Tikus" ha contribuito con tante giocate di qualità e altrettanti gol ed assist: Thuram è arrivato a 12 reti e 12 passaggi finali per i compagni. L'ultimo sigillo è proprio quello che ha regalato lo Scudetto all'Inter, nel 2 a 0 momentaneo ai danni del Milan (partita finita poi 2 a 1). Il francese era stato ad un passo dal vestire la maglia rossonera, ma nella stessa finestra di mercato Ausilio è riuscito a sorpassare i dirigenti del Diavolo e a portare Marcus in nerazzurro. Ma per la seconda stella serviva un leader, un bomber, qualcuno che con il tempo è cresciuto calcisticamente in maniera esponenziale, vincendo ma sopratutto convincendo. Il Toro di Bahìa Blanca è diventato capitano dell'Inter e si è caricato la squadra sulle spalle. Un atteggiamento che ci si aspetterebbe da un vero campione del mondo. Lautaro, nonostante il digiuno da inizio marzo (l'ultimo gol segnato è quello del 28 febbraio contro l'Atalanta), è a quota 23 reti in Serie A ed è al momento capocannoniere del campionato. Per lui si contano all'attivo anche 5 assist, oltre alle numerose giocate da fuoriclasse a supporto della squadra. Con il ventesimo Scudetto, il diez nerazzurro sale a quota 7 trofei con la maglia della Beneamata. I due hanno dato vita al nuovo duo offensivo che doveva recuperare l'eredità di precedenti tandem d'attacco dell'Inter. In particolare, il confronto che ci viene da fare è quello con l'attacco dell'Inter del diciannovesimo tricolore, composto dallo stesso Toro argentino e Lukaku (sotto la guida di Antonio Conte). La LuLa sotto Conte è stata devastante: Lautaro è stato autore di 17 gol e 10 assist in 38 giornate di campionato, mentre per il belga, ad oggi in forza alla Roma, ha messo a segno 24 reti e 10 assist. Un confronto che però non tiene conto della filosofia di gioco proposta dai due tecnici. Rispetto all'Inter di Conte, quella di Inzaghi è una squadra più fluida che propone un calcio di un'intensità superiore alla media italiana, ma che è anche un'Inter in continua trasformazione ed evoluzione, sempre più matura. La ThuLa non è solo terminale offensivo, è parte integrante della costruzione del gioco (al pari dei terzi, dei quinti e delle mezz'ali). Lo scacchiere nerazzurro del tecnico piacentino è una rete in cui ha imprigionato molti dei suoi avversari, grazie alla versatilità dei giocatori (cresciuti e maturati dopo la finale di Champions persa contro il Manchester City), rispetto alla devastante e sanguinaria forza dell'Inter di Conte (che culminava con lo strapotere fisico di Lukaku). Insomma, il diciannovesimo e il ventesimo a confronto vedono due Inter diverse e stravolte (nonostante lo stesso modulo di partenza, ovvero il 3-5-2). Differenze che si distanziano di circa quattro stagioni l'una dall'altra: ma che hanno regalato ai nerazzurri i tricolori (ed una stella).
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