Ieri è stato un giorno davvero epocale per il mondo del calcio. Lo si riscontra dalle prime pagine dei giornali, dalla reazione dei club e dai programmi televisivi che non parlano d'altro. La sentenza della Corte di giustizia UE ha dato il via libera alla creazione di leghe indipendenti, dando così più libertà alle società. La fine del monopolio FIFA e Uefa e l'inizio di una svolta epocale per questo sport. Due anni fa, il 18 aprile del 2021 ci eravamo svegliati con una notizia clamorosa, l'arrivo di una nuova lega che coinvolgeva i più grandi club d'Europa e annullava così l'importanza dei campionati. La Superlega, una competizione fondata da Real Madrid e Barcellona (già creatori delle Eurolega nel basket), appoggiati fortemente da Andrea Agnelli e la sua Juventus. Una bolla che esplose in pochissimo tempo, con i club inglesi che a fronte di importanti proteste dei loro tifosi, e su consiglio dell'allora primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, decisero di abbandonare il progetto. Ai tempi la formula della Superlega era molto più estrema, esclusiva. I club al suo interno avrebbero partecipato solo a quella competizione, distaccandosi dalle proprie leghe e dai propri campionati, una svolta davvero clamorosa che aveva spaccato un po' il calcio in due. La Uefa ci mise poco a sopprimere questa iniziativa, confermando in un certo senso la sua tirannia sul calcio europeo. Fino ad un paio di giorni fa se la Uefa diceva una cosa, quella era, senza possibilità di opposizione. Ricavi della Champions league, sanzioni, tutto era deciso da un unico organo. Da oggi non sarà più così, perché i club avranno più libertà, diverse scelte e possibilità. Un vero caos mediatico che si è visto sulle prime pagine dei giornali di tutta Europa. La maggior parte dei club ha giurato fedeltà al sistema Uefa, con comunicati che sanno un po' di "copia e incolla", segno che sono fatti per mantenere, almeno fino alla fine della stagione, il solito status quo. Da un lato abbiamo il Real Madrid, il Barcellona e l'AD della Superlega Reichart, con il sostegno di Andrea Agnelli. Dall'altro lato i volti già noti, Ceferin, la sua spalla e amico Nasser, presidente del PSG e dell'ECA e da un discutibile presidente della Liga spagnola Javier Tebias, che per adesso hanno il sostegno di praticamente tutti i club in Europa.

Superlega, ecco come funziona

Nonostante l'iniziale solitudine di questa nuova Superlega, c'è già una formula e un'idea che è stata presentata subito dopo la sentenza di ieri. La A22 società promotrice di questa nuova lega ha subito esposto il suo progetto al pubblico. Una formula più soft, più inclusiva e molto diversa da quella proposta due anni fa. La Superlega prevederebbe la partecipazione di 64 squadre maschili e 32 femminili. Il torneo degli uomini sarebbe diviso in tre leghe: la Star League, la Gold League e la Blue League, rispettivamente composte da 16, 16 e 32 società. All’interno dei rispettivi tornei, le partecipanti si sfiderebbero prima in gironi da otto all’italiana, giocando quindi in tutto 14 partite. Le prime quattro dei due gironi si affronterebbero dunque nella fase a eliminazione diretta, con quarti e semifinali giocati su andata e ritorno e finale in gara secca. In tutto le partite sarebbero 19. Numero di partite equivalente a quella che sarà la nuova Champions League a partire dall'anno prossimo. Ogni anno la Superlega vedrebbe, una vincitrice, due promosse e due retrocesse nella Star League. Le finaliste della Gold League sostituirebbero le ultime due classificate dei gironi della Star (e retrocesse in Gold) e due promosse dalla Blue alla Gold (con due retrocesse, nella stessa modalità della serie superiore). Delle 32 partecipanti alla Blue League, ogni anno venti sarebbero sostituite ogni stagione da altre in base a non meglio specificati criteri riguardanti i piazzamenti nei campionati nazionali. Un sistema non del tutto facile da capire e che avrà ancora bisogno di tempo per essere sviluppato al meglio. La campagna della Superlega, per adesso non sta cercando di convincere i club, che sono praticamente tutti contro, stando ai loro comunicati. Questa volta si fa l'opposto di due anni fa e si punta sul favore del pubblico. Una delle prime dichiarazioni di Reichart ha risuonato forte nell'orecchie dei tifosi: "Partite gratis per tutti". Oggi è stato presentato il nuovo canale della futura Superlega, Unity. Piattaforma di streaming sportivo che permetterebbe agli appassionati di guardare tutte le partite della competizione gratuitamente. Le entrate sarebbero infatti garantite dalla pubblicità, dagli abbonamenti premium, dai servizi interattivi, dagli sponsor e dalle partnership di distribuzione con altre piattaforme ed emittenti. Il piano sembra chiaro, conquistare il pubblico, i tifosi in modo che siano proprio loro a spingere i club verso questa Superlega. Una mossa che sembra forgiata dalle scottature del passato che hanno portato a creare questo nuovo format più vicino (forse) ai tifosi.

Il calcio non è in vendita

Il giornale francese, l'Equipe, tuona così nella sua prima pagina e dichiara apertamente che "Il calcio non è in vendita". La reazione di Ceferin è stata forte, decisa, una presa di posizione a dir poco arrogante, a conferma della sentenza di ieri. "O siete con noi. O siete fuori dal sistema". Una minaccia a tutti gli effetti che giustifica le prese di posizione di molte squadre, tra cui anche l'Inter che si è detta a sostegno e a favore della Uefa. Anche la Roma, forte dei legami con il PSG, è stata una delle prime a far sapere la sua posizione a riguardo della Superlega. Una vera svolta epocale, un vero caos che sembra essere solo all'inizio. Due schieramenti, condizionati dal corso della stagione che solo alla fine di essa, mostreranno del tutto le loro vere intenzioni. Il calcio non è vendita, perché forse è già stato venduto qualche anno fa. Un allontanamento continuo dai tifosi. Senza guardare troppo lontano, la Supercoppa italiana venduta praticamente agli arabi. Campionato Saudita che attenzione, potrebbe partecipare proprio alla Superlega stravolgendo per sempre il mondo del calcio.
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