"Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per veder quella che si desidera". Lo scriveva Alessandro Manzoni nella Storia della colonna infame - ed è una frase di validità universale per la storia umana. Perché ci si può ingegnare quanto si vuole, per credere che quella cosa che non piace, davanti a noi, non esista perché - come i peggior idealisti - non la vediamo o pensiamo affatto. E allora via con il vedere qualcosa che davanti a noi, in realtà, non ci sta. Quello che da qualche giorno viene scritto, detto e urlato intorno all'Inter è il risultato di aver spento il lume (ritornando a Manzoni). Un tipo di narrazione che ha dato adito alla costruzione di un pensiero complottista che va a coprire quanto di buono e bello è stato fatto dalla squadra guidata dalle tattiche e dalle idee di calcio del mister Simone Inzaghi. E mentre vengono eretti dei "Palazzi" a favore dei nerazzurri, spuntano una serie di notizie che giustificano le preoccupazioni dei tifosi.

Equilibrio tra difficoltà e statistiche positive

Forse sarà il solito "rumore dei nemici", come la intendeva José Mourinho quando ancora sedeva nella panchina interista, o forse solo la comparsa all'unisono di determinati dati e statistiche che generano panico. Un girone di ritorno che non ha mai sorriso al tecnico piacentino, con tanto di ricordo fresco del campionato di Serie A 2021/2022, quando vinse il Milan anche a causa dei cali fisici e degli errori dell'Inter. Un calendario ricco di impegni - meno la Coppa Italia - che vede i nerazzurri impegnati sia nella corsa alla seconda stella che nella cavalcata in Champions League, senza dimenticare il prossimo impegno nella final-four della Supercoppa Italiana; mentre la diretta inseguitrice, la Juventus, dovrà affrontare solamente il campionato (e i turni della coppa nazionale, più dilazionati rispetto ad altre competizioni). Proprio la Supercoppa potrebbe dare ai rivali bianconeri la possibilità del sorpasso, visto che i nerazzurri dovrà saltare la 21 esima giornata (Inter-Atalanta, spostata al 28 febbraio). Tutte queste informazioni, insieme al veleno complottista per alcuni errori arbitrali (netti, perché vanno ammessi e riconosciuti a prescindere dal proprio tifo), che celano tutto il percorso dell'Inter. Uno dei tanti modi per dire "verità" in greco è "aletheia" (ἀλήθεια), ma da intendere come un "dis-velamento", di un "non-nascondere" (ἀ-, come alfa privativo, λήθεια), quindi anche di chiarezza. E c'è una cosa che non si può nascondere dell'Inter, poiché chiaro e sotto la luce del Sole - nonostante tutte le notizie e il pessimismo -: un girone d'andata da top club europeo. L'Inter si è presa il titolo di campione d'inverno con prestazioni e numeri sontuosi: 48 punti in 19 partite (15 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta), registrando sia il miglior attacco con 44 gol fatti che la miglior difesa con 9 gol subìti, e conseguente miglior differenza reti del campionato italiano (+35). In buona parte dei gol, c'è lo zampino del capocannoniere momentaneo della Serie A, il capitano Lautaro Martinez (a quota 16 reti), ma anche del sorprendente Marcus Thuram (7 gol), che sta raccogliendo l'eredità di Edin Dzeko e di Romelu Lukaku, e del cecchino Hakan Calhanoglu (anche lui a 7 gol in campionato). Una macchina da gol che è anche una fortezza difensiva, con 12 "clean sheets" per Yann Sommer, il quale non sta facendo rimpiangere Andrè Onana. Vero è che ultimamente le prestazioni dei nerazzurri di mister Inzaghi non sono brillanti, ma per buona parte della stagione l'Inter ha dimostrato una forza incredibile e tanta maturità (tipica delle grandi squadre): Lautaro e compagni hanno stravinto contro buona parte delle big italiane, come il Napoli campione d'Italia - seppur in crisi; senza dimenticare quel derby di settembre, in cui il Milan ha visto infranta la porta per ben cinque volte in una sola partita. C'è probabilmente rammarico dei punti persi: ad esempio, contro il Bologna, che ha disputato una prima parte di campionato incredibile, o proprio contro la Juventus, in cui l'Inter non ha voluto rischiare più di tanto. Preoccupano sicuramente il calendario fitto e la continua pressione della rivale torinese, preoccupa la stanchezza e la poca lucidità in determinati momenti delle partite (ad esempio, come per il gol del pareggio dell'Hellas Verona) e preoccupano anche le poche alternative in attacco per far rifiatare Lautaro e Thuram - con Marko Arnautovic discontinuo e con Alexis Sanchez non pervenuto. In questo momento di pressione mediatica, l'Inter e gli interisti devono evitare la psicosi generale, non farsi prendere dall'ansia e dal pessimismo. Va tenuta alta la concentrazione - Lautaro, Barella e gli altri giocatori lo sanno -, essere fiduciosi per quanto fatto fino ad ora e tenere a mente che si dovranno affrontare delle difficoltà. Il campo del girone di ritorno darà poi il suo verdetto: ma intanto il Meazza deve rimanere - come sta facendo - attorno e insieme alla squadra, senza dimenticare di cosa è capace l'Inter e che cosa ha dimostrato di saper fare.
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Alessandro "Spillo" Altobelli